Inizia il monitoraggio della migrazione degli eriofidi

23 Marzo 2023
🕵🏻 Inizia il monitoraggio della migrazione degli eriofidi da parte del servizio di assistenza agronomica di Assofrutti, da queste osservazioni verranno indicate le tempistiche più opportune per intervenire. Per una valutazione più accurata è possibile contattare l’ufficio agronomi per concordare un appuntamento.
🌱 La fuoriuscita avviene nell’arco di tempo piuttosto lungo, che va dalla metà di marzo ai primi di giugno. Il momento in cui il trattamento è più efficace coincide con quello in cui è massima la presenza delle forme libere.

Il ciclo si svolge in due fasi:

  • endogallare: formazione delle nuove galle, che cominciano a svilupparsi all’inizio dell’estate e che raggiungono la massima dimensione verso la fine dell’inverno successivo;
  • migrante: in cui gli acari fuoriescono dalle galle per trasferirsi sulle gemme in formazione, si ha un’intensa ovodeposizione (particolarmente elevata se preceduta da periodi freddi e secchi che stimolano la fertilità delle gonadi femminili) con conseguente aumento del numero degli individui che può raggiungere l’ordine delle migliaia. Questa fase prende l’avvio in concomitanza della ripresa vegetativa del nocciolo, a partire dalla seconda metà di marzo e prosegue fino a giugno. Durante questa fase, gli eriofidi abbandonano le vecchie galle e si spostano verso nuovi ricoveri, mantenendosi nelle parti ombreggiate della pianta. Le gemme colpite non danno origine né a foglie né a fiori, da cui l’elevata dannosità dell’acaro per le piante, sia in allevamento che in produzione.

 

La soglia di danno accettabile per le piante in allevamento (meno dell’8% di gemme gallate) è inferiore a quella accettabile per le piante in produzione (10 – 15% di gemme gallate), in quanto nella prima fase le piante devono arrivare rapidamente a formare l’impalcatura. (fonte: Agrion)

I corilicoltori oggi adottano principalmente strategie di difesa che si basano sull’impiego di agrofarmaci ammessi in agricoltura biologica a base di rame, olio minerale e zolfo, con quest’ultimo che rappresenta il principale strumento a disposizione degli agricoltori.

Tuttavia è possibile difendere le piante anche grazie all’impiego di insetti ausiliari quali Amblyseius andersoni, un fitoseide predatore generalista che si ciba proprio dell’eriofide del nocciolo. A. andersoni non è un predatore specifico di Phytocoptella avellanae, poiché si ciba di un gran numero di specie differenti, ma proprio questa sua caratteristica rappresenta un punto di forza, in quanto riesce a sopravvivere in ambiente dopo il lancio anche se non c’è una popolazione di eriofide disponibile.

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